Ricerche antropologiche Convab

Ricerche antropologiche Convab
Sant'Orsola. Firenze. Foto di Enzo Russo

martedì 27 dicembre 2011

Progetto di ricerca: studio sui resti e sul luogo di sepoltura di Lisa Gherardini del Giocondo

Alla ricerca della tomba e dei resti di Monna Lisa

Premessa
Vi sono personaggi che nel loro passaggio sulla scena del mondo hanno lasciato testimonianze indelebili e hanno contribuito in modo speciale a scrivere la storia dell’umanità. La loro memoria continua a vivere nell’opera della loro arte e del loro ingegno, nei contributi di conoscenza che ci hanno lasciato o nel ricordo delle loro gesta. Riscoprire di questi personaggi, oltre che il valore e il significato delle opere e delle imprese, anche le vicende umane ed esistenziali che ne hanno caratterizzato la vita, può rappresentare un contributo significativo per una conoscenza più autentica, oltre che dei personaggi stessi, anche del contesto storico in cui vissero.

Quando poi, aspetti della vita di questi personaggi, e sovente anche della morte, o le sorti dei loro resti, restano ancora oggi avvolti nel mistero, le ricerche che su di essi si possono condurre acquistano il fascino intrigante dell’indagine investigativa che, sulla base di esili indizi e labili tracce cerca di far luce sugli aspetti oscuri della loro storia. Si tratta, in generale, di studi multidisciplinari che uniscono alla ricerca minuziosa delle fonti archivistiche e documentali, l’indagine su reperti e tracce attraverso le sofisticate tecnologie proprie dell’investigazione archeologica e forense. Si vengono così a comporre in un unico quadro e a validarsi reciprocamente le informazioni storiografiche, o gli indizi tramandati dalle fonti biografiche del personaggio in esame, con i risultati delle analisi scientifiche che si possono eseguire sui resti umani del personaggio stesso.

I resti scheletrici costituiscono infatti un vero e proprio archivio di informazioni che può consentire di ricostruire molti caratteri biologici e somatici di un individuo vissuto nel passato, di riprodurne le sembianze, di evidenziarne eventuali tratti fisici particolari o i segni di malattie di cui ha sofferto o di traumi subiti nel corso della vita, fino anche a rivelarne la causa di morte. Allo stesso tempo, i resti di un individuo possono fornirci informazioni sulle sue abitudini di vita, sull’alimentazione, sul tipo di attività fisica svolta. Inoltre, nelle ossa, in funzione della loro antichità e del loro stato di conservazione, possono rimanere tracce di DNA attraverso le quali è possibile, da un lato, ricostruire il profilo genetico individuale e, attraverso opportuni confronti, giungere alla identificazione genetica dei resti, dall’altro, rivelare tratti sconosciuti dell’aspetto o della vita del personaggio in esame. .

Le metodologie d’indagine sempre più sofisticate e sensibili che il progresso scientifico e tecnologico mette a disposizione, rendono oggi possibile la lettura e la raccolta di informazioni contenute nelle ossa, in quantità e ad un livello di attendibilità che, nel passato, anche recente, non erano quasi neppure pensabili. Ciò significa anche che, allo stato attuale, lo studio dei resti di personaggi vissuti nel passato, potendosi avvalere di strumenti scientifici e tecnologici molto più avanzati ed efficaci, può conseguire risultati assai più consistenti ed affidabili e raggiungere con successo obiettivi falliti in precedenti ricognizioni e indagini sugli stessi resti.

In questo contesto rientrano le investigazioni condotte con successo dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, e che hanno portato, tra l’altro, alla identificazione dei resti di Matteo Maria Boiardo, alla ricostruzione del volto di Dante Alighieri, allo studio delle spoglie di Pico della Mirandola e Angelo Poliziano nonché, recentemente, alla individuazione di alcuni reperti scheletrici attribuibili al Caravaggio.

Documenti storici a fondamento della ricerca
Negli ultimi anni sono emersi alcuni importanti documenti storici inerenti a Lisa Gherardini del Giocondo. Per anni si era dubitato che si trattasse di una persona veramente esistita. Oggi si dispone del certificato di nascita recuperato presso l’Archivio di stato di Firenze. Lisa Gherardini nacque a Firenze, in via Maggio, nel 1479. Un altro elemento importante riguarda il testamento di Francesco del Giocondo, marito di Monna Lisa. Nel testamento, oltre a lasciare tutti i beni materiali e immateriali alla moglie che appella “mulier ingenua”, Francesco indica come luogo idoneo ad accogliere gli ultimi giorni della vita della moglie il Convento di S. Orsola. Viveva nel medesimo convento la figlia Marietta che prese il nome di Suor Ludovica e che accudì la vecchia madre durante gli ultimi mesi della sua vita. Fondamentale, per dare forza e certezza all’avvenuta sepoltura della Gherardini nel convento di S. Orsola, è il documento del decesso e dell’atto di inumazione scoperto dallo storico Giuseppe Pallanti: “ Monna Lisa donna fu di Francesco del Giocondo, morì addì 15 di luglio 1542, sotterossi in Sant, Orsola, tolse tutto il capitolo”.

Un ulteriore documento fondamentale riguarda il ritrovamento di un fregio della famiglia Gherardini che potrebbe provenire dal Convento medesimo. Occorre ricordare che all’interno di tale struttura vi furono sepolture di alcuni laici benefattori della congregazione di Sant’Orsola. Sappiamo con certezza, attraverso alcuni documenti storici, che la famiglia del Giocondo, ricco setaiolo fiorentino, fece varie donazioni al convento medesimo.

Altro particolare di natura storico-biografica, riguarda il ritrovamento di scritti autentici attestanti che Leonardo ebbe dimora, fra il 1501 e il 1503, presso l’ordine dei Servi di Maria Santissima Annunziata. In quella chiesa, nel 1525-1526, Francesco del Giocondo fece erigere la cappella di famiglia. La stessa Lisa Ghirardini andava spesso a pregare nella chiesa medesima nel cui convento Leonardo dimorava a pagamento.

Occorre poi ricordare quanto scritto dal Vasari nella storia degli artisti e architetti fiorentini. Il Vasari asserisce che nel 1503 Francesco del Giocondo commissionò a Leonardo il ritratto della moglie che attendeva il secondo figlio. Si tratta di affermazioni che sono state contestate da molti storici dell’arte e che non trovano un riscontro certo e sicuro. Sappiamo anche che il padre di Leonardo, Ser Piero, nel periodo di presenza del grande genio nella città fiorentina, era il primo Notaio di Firenze e Francesco del Giocondo era suo cliente. Non vi sono tuttavia documenti che avvalorino la tesi per la quale Ser Piero abbia proposto il figlio pittore al ricco setaiolo.

In conclusione, sulla base di quanto sopra esposto, possiamo asserire che l’insieme dei documenti autentici ritrovati, uniti a ciò che conosciamo riguardo Lisa Gherardini del Giocondo, giustificano questa ricerca e la rendono poggiante su buoni fondamenti storici.

Obiettivi della ricerca scientifica



Le indagini scientifiche saranno finalizzate innanzitutto al tentativo di scoprire il luogo di sepoltura di Lisa Gherardini dentro il complesso conventuale di Sant’Orsola, come indicano i documenti recentemente scoperti dallo storico Giuseppe Pallanti. Ove la suddetta ricerca avesse esito positivo, cioè portasse alla scoperta di sepolture contenenti resti umani potenzialmente attribuibili a Monna Lisa, si potrà, come auspicato dal prof. Carlo Pedretti, massimo esperto mondiale di Leonardo da Vinci, «ricavare il DNA e, con le tecniche attuali, ricostruire l’aspetto fisico, forse la stessa immagine, e così dare un contributo importante per stabilire se fu davvero lei la modella della Gioconda esposta al Louvre».

Con queste finalità verranno eseguite sui resti, che si spera di portare alla luce, le analisi necessarie per accertare la loro identità. Successivamente, sui resti così auspicabilmente identificati, verranno condotte indagini diagnostiche volte a rivelare le caratteristiche somatiche ed eventuali vicende della vita del personaggio in esame, di cui sia rimasta traccia sui suoi resti. Nel caso in cui fra i resti fosse conservato il cranio, o almeno una parte significativa dello scheletro facciale, si potrà procedere alla ricostruzione del volto di Monna Lisa mediante le tecniche di antropologia forense e confrontarlo con
l’effigie riprodotta da Leonardo nel suo famoso capolavoro; ciò nel tentativo di contribuire a far luce sul mistero di chi si celi dietro il sorriso enigmatico della Gioconda. Secondo il Vasari, infatti, questa sarebbe il ritratto di Lisa Gherardini, commissionato dal marito Francesco del Giocondo a Leonardo da Vinci, mentre secondo altri, come Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale di Vinci, «…Monna Lisa Gherardini non sarebbe la donna raffigurata nella Gioconda al Louvre…» ma l’amante sconosciuta di Giuliano de’ Medici, il vero committente del ritratto.

Con questi obiettivi, il progetto prevede le seguenti fasi:
  1. ricerca del luogo di sepoltura di Lisa Gherardini;
  2. ricognizione dei resti umani rinvenuti;
  3. accertamento della loro eventuale attribuzione a Lisa Gherardini;
  4. studio antropologico dei resti;
  5. ricostruzione delle sembianze fisionomiche del personaggio;
  6. confronto con le effigi attribuite a Monna Lisa;
  7. eventuali interventi di restauro e conservazione dei resti;
  8. realizzazione di una adeguata sepoltura;
  9. documentazione mediante strumenti tradizionali e multimediali della ricerca svolta
Le analisi che verranno eseguite sui resti individuati dovranno essere il più possibile conservative. Pertanto la esecuzione di qualsiasi esame che dovesse risultare invasivo, comportare cioè la distruzione o la compromissione dell’integrità di porzioni scheletriche, dovrà essere preventivamente valutata in termini qualitativi e quantitativi e in rapporto all’importanza del contributo che l’analisi stessa potrà fornire ai fini dell’indagine.

Articolazione della ricerca

Prima fase: indagini preliminari
  1. Ricerca di tutti gli indizi documentali utili ad individuare il luogo di sepoltura di Lisa Gherardini dentro il complesso conventuale di Sant’Orsola a Firenze nonché delle informazioni concernenti gli interventi eseguiti all’interno del medesimo complesso, in particolare nella chiesa e nel chiostro.
  2. Esecuzione di una prospezione mediante il georadar nel sottosuolo dei luoghi più probabili di sepoltura di Lisa Gherardini, allo scopo di rivelare, in modo non invasivo, eventuali discontinuità elettromagnetiche riconducibili a cavità interpretabili come possibili sepolture
  3. Raccolta di tutte le informazioni disponibili circa i caratteri fisici di Lisa Gherardini (età alla morte, statura, corporatura, grado di robustezza, eventuali tratti fisici e fisiognomici particolari, abitudini di vita, malattie, traumi, circostanze e causa della morte, ecc.).
  4. Ricerca su base documentale e con l’ausilio di una prospezione con il georadar, della tomba di Francesco Del Giocondo, marito di Lisa Gherardini, e dei figli Bartolomeo e Piero, che, in base a documenti scoperti dallo storico Pallanti, si troverebbe nella chiesa fiorentina della Santissima Annunziata. Ciò allo scopo di recuperare resti da cui ottenere il DNA di confronto.
Seconda fase: scavo archeologico delle sepolture, analisi e accertamento dell’identità dei resti
  1. Apertura delle eventuali sepolture individuate nel complesso conventuale di Sant’Orsola, documentazione fotografica e video dell’operazione; ricognizione e documentazione fotografica dei resti nonché acquisizione mediante Tomografia Computerizzata (TC) e scanner 3D dei resti.
  2. Esami di biologia scheletrica mediante tecniche macro e micromorfologiche, osteometriche, istologiche e altre eventuali analisi diagnostiche, e verifica della compatibilità fra i caratteri fisici del personaggio acquisiti su base documentaria e quelli dedotti dallo studio dei resti.
  3. Datazione radiometrica dei reperti (C14 o altri metodi) e verifiche circa la corrispondenza fra l’epoca di morte del personaggio e la datazione dei reperti.
  4. Apertura della tomba di Francesco Del Giocondo e dei figli Bartolomeo e Piero individuata nella chiesa della Santissima Annunziata; recupero e accertamento dell’identità dei resti in essa contenuti.
  5. Estrazione del DNA dai resti ossei indiziati come attribuibili a Monna Lisa e comparazione con quello ottenuto dai resti dei figli recuperati dalla tomba rinvenuta nella chiesa della Santissima Annunziata.
Terza fase: ricostruzione delle caratteristiche somatiche e delle sembianze fisionomiche di Monna Lisa
  1. Nel caso si pervenga all’accertamento dell’attribuzione dei resti a Lisa Gherardini, e compatibilmente con il loro stato di conservazione, si procederà alla ricostruzione dei suoi tratti somatici e di altri eventuali eventi della vita di cui sia rimasta traccia nei suoi resti.
  2. Nel caso si conservi il cranio, o almeno una parte sufficiente dello scheletro facciale, verrà eseguita la ricostruzione del volto mediante tecniche di facial reconstruction tradizionali e computerizzate a partire dai modelli virtuali e reali del cranio.
  3. Confronto, mediante sovrapposizione, del volto ricostruito sul cranio con l’effigie della Gioconda e con eventuali altre rappresentazioni iconografiche.
  4. Creazione di modelli virtuali del cranio e delle altre ossa a partire dalle immagini da scanner laser e dai dati della Tomografia Computerizzata e realizzazione di modelli fisici degli stessi mediante tecniche di ingegneria inversa e di prototipazione rapida.
Quarta fase: eventuali trattamenti conservativi e ritumulazione dei resti

Terminate le indagini, verrà valutata la necessità di procedere a trattamenti conservativi dei resti nonché l’opportunità di studiare le condizioni ambientali di conservazione più idonee ad assicurare la loro preservazione nel tempo. Si procederà infine alla ritumulazione dei resti stessi in una idonea sepoltura.

Ricadute e risultati attesi

La realizzazione del progetto, compatibilmente con gli aspetti non prevedibili della ricerca (in particolare l’effettivo ritrovamento dei resti e il loro stato di conservazione), potrà produrre i seguenti risultati:
    • accertamento del luogo di sepoltura e identificazione dei resti attribuibili a Lisa Gherardini;
    • rivelazione di aspetti sconosciuti della figura umana e della vita di Monna Lisa;
    • ricostruzione delle sue sembianze fisionomiche;
    • tentativo di chiarire il dubbio persistente circa l’identità della Gioconda, cioè se essa sia davvero il ritratto di Lisa Gherardini o se, al contrario, rappresenti un’altra modella;
    • contributo alla valorizzazione della figura storica e umana di Monna Lisa e del complesso conventuale di Sant’Orsola nel quale ha visse gli ultimi anni della sua vita, accudita dalla figlia suora, e nel quale morì ed ebbe sepoltura.
La ricerca verrà condotta attraverso la collaborazione dei massimi esperti nazionali e internazionali, ciascuno per le proprie specifiche competenze.


BIOGRAFIA DI LISA GHERARDINI DELLA SUA SEPOLTURA E ALCUNI DATI STORICI CONNESSI AL SUO ESSERE STATA MODELLA DELLA GIOCONDA DI LEONARDO.

Biografia
Monna Lisa Gherardini nacque a Firenze, in via Maggio, nel 1479 quando Leonardo ventisettenne lavorava per Lorenzo il Magnifico ( testimonianza riportata nello scritto realizzato dall’Anonimo Gaddiano). La famiglia Gherardini era originaria del Chianti dove aveva numerosi poderi.

Nel marzo del 1495 Lisa Gherardini sposa Francesco de Giocondo, ricco setaiolo fiorentino. Sembra che il matrimonio con Francesco del Giocondo, di quindici anni più vecchio di lei, le fosse stato imposto dal nonno Mariotto.

Ebbe cinque figli :Piero, Camilla, Andrea, Giocondo e Mariotta.

Morì a 63 anni, dai documenti risulta altamente probabile che negli ultimi due anni venne presa in cura dalla figlia Mariotta, monaca nel convento di S. Orsola con il nome di Suor Ludovica. Grazie al ritrovamento del documento di morte e sepoltura della Monna Lisa ( documento ritrovato dallo storico fiorentino Giuseppe Pallanti) essa morì il 15 luglio 1542 e fu interrata nel Convento di S.Orsola.

Grazie alla ricerca del Pallanti, sappiamo che la tomba di famiglia di Francesco del Giocondo si trova nella chiesa Fiorentina della Santissima Annunziata, dove vennero sepolti in seguito anche i figli Bartolomeo e Piero. (la presenza dei due figli rende possibile l’esame comparato del D.N.A. con l’eventuale resto mortale della madre recuperato nel Convento di S.Orsola)

Documenti riguardo l’essere Monna Lisa la modella della Gioconda
La fonte storica di maggior credibilità e rilevanza inerente alla identificazione della donna ritratta nella Gioconda è quella del Vasari. Nelle due versione delle vite degli artisti fiorentini egli ribadisce che Francesco del Giocondo commissionò a Leonardo il ritratto della moglie Lisa Gherardini. Occorre notare che nella seconda versione della sua opera il Vasari compie varie correzioni inerenti a errori contenuti nella prima opera ma non modificò una virgola sulla parte riguardante il ritratto della moglie, commissionato a Leonardo da Francesco del Giocondo.

Un ritrovamento documentario avvenuto nel 2008 nella biblioteca di Heidelbergh in Germania rafforzerebbe la veridicità della testimonianza del Vasari.
Il documento ritrovato concerne la Gioconda, la Sant’Anna e la battaglia di Anghiari. Il documento riguarda una delle numerose postille di Agostino Vespucci all'edizione bolognese del 1477 delle Familiari di Cicerone. Agostino Vespucci, noto politico e umanista fiorentino, era il segretario del Machiavelli. La postilla in latino così recitava“…Apelle pittore. Cos’ fa Leonardo da Vinci in tutte le sue pitture, come la testa di Lisa del Giocondo, e di Anna madre della vergine. Vedremo che farà della sala del Maggior Consiglio……..”

Per quanto riguarda la ricerca che ci accingiamo a fare, riteniamo utile riportare un estratto delle dichiarazioni del prof. Carlo Pedretti, massimo studioso mondiale di Leonardo. Le dichiarazioni risalgano al 2007 dopo il ritrovamento del documento di morte e sepoltura nel Convento di S.Orsola di Lisa Gherardini.

“….. mi limiterei ad auspicare il ritrovamento della tomba nella chiesa di S.Orsola con la speranza che fosse ancora possibile accedere ai resti del corpo della Gherardini. Grazie alle moderne tecniche di ricerca e di studio come il D.N.A. gli scienziati potrebbero essere in grado di determinare perfino l’aspetto fisico della persona defunta tanto tempo fa. Sarebbe questo l’unico modo per provare che il personaggio ritratto da Leonardo nel dipinto del Louvre e le ossa nella tomba in Sant’Orsola appartengono alla stessa persona".

Allegato sulla documentazione inerente al rapporto della famiglia del Giocondo con il Convento di S.Orsola, della entrata in convento della figlia di Lisa Gherardini, Mariotta. Delle sepolture presso la chiesa aperta al culto esterno del convento di S.Orsola. Note inerenti alla tomba di famiglia dei Del Giocondo ove si trovano le sepolture dei loro figli.

Indagine preliminare
La ricerca archivistica svolta sul monastero di Sant’Orsola con lo scopo di rintracciare gli indizi utili al ritrovamento della sepoltura di Lisa Gherardini, si è concentrata su due filoni d’indagine: il primo relativo ai rapporti fra la famiglia del Giocondo e il monastero; il secondo inerente allle eventuali sepolture avvenute all’interno del monastero e in grado di testimoniare una consuetudine prolungata nel tempo. In aggiunta ai documenti connessi a questi due oggetti si riportano anche alcune note circa la cappella della famiglia Del Giocondo nella Basilica della Santissima Annunziata.

I documenti consultati provengono dal Fondo Corporazioni Religiose Soppresse dal Governo Francese, n. inv. 137 serie 100, conservato presso l’Archivio di Stato di Firenze. Il fondo è composto di 155 filze, quelle consultate relative ai secoli XVI, XVII e XVIII sono 17, composte da 65 volumi. Per le notizie riguardanti la famiglia del Giocondo e la data di morte di Lisa Gherardini, si è fatto riferimento al volume di Giuseppe Pallanti La vera identità della Gioconda (del 2006) e al suo articolo in “Stile Arte” n.106 del 2007. Per la cappella mortuaria nella Basilica della Santissima Annunziata ci si è rifatto al Sepoltuario Fiorentino di Stefano Rosselli del 1657 in 2 Vol. Per le notizie riguardanti la chiesa di Sant’Orsola, al tomo VII dell’opera di G.Richa del 1768 “ Notizie storiche delle chiese fiorentine divise nei suoi quartieri”.

Sintesi dei documenti consultati

1°) ** Libro 4° Entrate e Uscite del 1513 -1516; 1521-1524: ingresso in monastero di Marietta del Giocondo e sua vestizione

Io S.maddalena ministra di Sant’Orsola farò qui ricordo dei danari che io riceverò per pagamento del vitto……

e addì 6 di giugno1515 o ricevuto sc. 49 di contanti da francesco del giocondo sono per conto del vitto della marietta sua figliola la quale noi abbiamo tenuta qui in casa 4 mesi ………………………………………………………………………………………………….sc.49

Ministrato di Suor Maria Maddalena de Guardi iniziato il 29 giugno 1521 giorno in cui viene eletta ministra, fa ricordo delle vestizioni:

e addì 21 ottobre se vestita la marietta figliola di francesco del giocondo e se gli posto nome Sa. Ludovica, ebbe la festa sc.56 doro.

Il 25 dicembre del 1522 avviene l’atto di professione di suor Ludovica del Giocondo.

** Libro 5° Entrate e Uscite del 1518 -1521:

Dal registro delle entrate e uscite del convento riportate negli anni del ministrato di Suor Felice 1518-1521:

Addi 3 di maggio 1521 o messo a partito e sono, la marietta di francesco del giocondo, la lisa di guglielmo mittoli lamaria di bartolomeo ciucci.

Addi 14 luglio 1519 scudi 18 doro in oro da ma. lisa del giocondo per il vitto della marietta sua figliola sono pagata per tutto gennaio passato sc. 110.

Nello stesso registro, oltre all’ingresso della figlia Marietta in monastero, vengono riportate tutte le spese fatte nella realizzazione della chiesa interna ad uso esclusivo delle monache tali spese vengono desunte in forma di ricordo da un “libricciuolo della muraglia” che ne riportava per esteso e in maniera dettagliata le minute in tale libretto dei lavori, non ritrovato all’interno della serie archivistica attuale, erano annotati anche i nomi dei diversi benefattori. Il libretto veniva inventariato nel volume Inventario dei Libri e scritture del Monastero, e nel 1726 riportava questa intestazione: Quadernuccio di Entrata ed Uscita della Fabbrica della nuova Chiesa dall’anno 1514 all’anno 1520..

Pertanto il sunto in forma di ricordo che ne fa Suor Felice all’inizio del suo ministrato, il 29 giugno 1521, è posteriore anche se di poco, e redatto a futura memoria delle consorelle in modo da preservare il monastero dalle richieste di possibili creditori. suor Felice annota sinteticamente anche i maggiori benefattori che in vario modo parteciparono con limosine alla costruzione della nuova chiesa e ad altri interventi compresi nello stesso periodo. Nello specifico Francesco del Giocondo nei ricordi di suor Felice risulta fra i principali benefattori:

E più fo qui ricordo in somme dei danari cheio preso di limosine fatte per la chiesa e in prima francesco del giocondo cia dato f. 50 doro in oro per limosina.

Inoltre per gli interventi non pagati direttamente dal monastero ma comunque riportati nel registro dalla ministra si annota che al 29 giugno del 1521 risultano non pagate le opere di fondazione della sagrestia eseguite dal maestro fondatore per una somma di 20 fiorini:

e scritto che nostro fondatore deve avere f. 20 da francesco delgiocondo per conto della sagrestia.

Francesco del Giocondo adempie al pagamento il 5 luglio dello stesso anno a saldo di una parte già anticipata :

Ricordo come questo dì 5 luglio 1521 è finito di pagare maestro fondatore da francesco del giocondo che avuto per resto f.18

***

c. 97 : Obbligazione dei Giocondo per Suor Ludovica 1562

Noi Giovanni e Andrea di Bartolomeo del Giocondo promettiamo e per questo ci obblighiamo di pagare ogni anno a suor ludovica Giocondi religiosa nel monastero di san Orsola di Firenze durante la sua vita la somma di f.9 doro avita per ciascun anno e sono per lascio che li fece di detta somma la sua m.[madre] di francesco suo padre in bartolomeo giocondi già nostro padre siccome nel testamento di detto francescoapresso e fatta menzione el ciò essere contenti e [sbrigati] ci siamo sottoscritti di nostra propria mano in fede questo dì XVII dicembre 1562.

Io giovanni di giocondi mi contento e obbligo a osservare il contenuto in questa scritta che in fede ho fatto in versi dui mia mano questo dì e anno suddetto.

Io S. ludovica giocond mi contento e obblighomi di osservare quanto si dice di sopra e per fede ho fatto questi versi di mia propria mano questo dì sopra e anno.

* Libro 17° Entrate e Uscite del 1577 -1585:

8 aprile 1579 : morte di suor Ludovica del Giocondo

Addì 8 di aprile 1579 passò dalla presente vita la buona memoria della S. ludovica del giocondo.

°) Si riportano di seguito alcuni documenti relativi a tumulazioni avvenute all’interno della chiesa del monastero di sant’Orsola.

Una voce delle spese correnti registrate nei libri contabili farebbe pensare che fino al 1571 le sepolture avvenissero tramite una botola posta sotto l’altare e dotata di grata per la discesa, dopo tale data e poi a seguito dei lavori realizzati all’interno della chiesa nel 1625, le sepolture vengono indicate con precisione da “un marmo grande, e un chiusino dell’istesso marmo” posto al centro della chiesa restaurata.

Nei libri dei Ricordi sono descritte le procedure che l’ autorità eclesiastica cittadina aveva stabilito in merito per dirimere possibili contenziosi tra i frati guardiani del monastero di Ognisanti, le monache di Sant’Orsola e i preti di San Lorenzo. Queste procedure non riguardavano il caso in cui il defunto fosse parte della comunità del monastero ossia le suore o le donne e le fanciulle tenute in serbo. Nei libri contabili del monastero la presenza di queste persone veniva registrata nei capitoli di entrata alla voce Donne e fanciulle in serbo. Purtroppo, mancando i volumi relativi agli anni 40 del 1500, non abbiamo notizie riferibili a Lisa Gherardini, la cui morte, avvenne il 15 luglio del 1542, (come Pallanti riporta nell’articolo pubblicato nel 2007). Si sa però che nel 1536 la retta pagata dalle ospiti ammontava a circa 40 scudi annui e veniva versata alle casse del monastero da 18 ospiti femminili, che erano assistite da una suora foresteraia o in caso di malattia, da una suora infermiera. Ritroviamo lo stesso numero di ospiti anche negli anni successivi. In mancanza di notizie specifiche riguardanti la Gherardini riportiamo quelle circa Maria del Riccio, donna tenuta in serbo e alla sua morte seppellita in chiesa, come esempio di una consuetudine adottata all’interno del monastero.

* ***

Libro 14° Entrate e Uscite dal 1569 al 1572:

Spese minute………………………………………………………………………………….

Addì 9 aprile 1571 per fare la buca alla gratina di sottoaltare……………………………….f.3

Libro 18° Entrate e Uscite dal 1592 al 1595:

Ricordo di tutto quello che havo dalle donne e fanciulle in serbo

Addì 10 di giugno1592

Dalla Maria del Riccio et siamo paghate per insino atutto il mese di aprile 1593 avuti in dua partite come si vede al suo conto al giornale ……………………………………………….sc.40

I pagamenti per il mantenimento in monastero che la suddetta Maria del Riccio effettua vengono registrati tra lle entrate fino al 1602. Alla sua morte le suore la seppelliranno in chiesa.

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20 maggio 1609: sepoltura di Maria del Riccio

20 maggio 1609 Maria del Riccio stata in serbo nel nostro monastero e lassò al nostro monastero sc. 7000……………………………………………………………….

e più se speso a sotteralla nella nostra chiesa e in cera………………………. sc.15”.

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20 gennaio 1680 : sepoltura di Giuseppe Ammannati;

Addì 20 gennaio 1680, passato dalla nostra ad altra vita il Sig. Giuseppe Ammannati e avendo ordinato per il suo testamento che il suo corpo fosse sepolto in chiesa nostra, del che, subito autone noi notizia ne demmo parte ai nostri padri superiori ad effetto non seguisse pregiudizio alle nostre facultà, privilegi e giurisdizioni li gli portatisi da Mons. Sig. Illustrissimo e Reverendo Vicario Generale di nostra città di Firenze stante la controversia et opposizione che veniva data dal R.do Capitolo di San Lorenzo pretendendo egli per essere, il nostro monastero situato e circondato dalle case dei di loro popolani, dovere essi inalberare la croce andare per il suddetto corpo e questo condurre in chiesa nostra, e stante le ragioni nostre da suddetti nostri Padri portare, e per la strettezza del tempo fu risoluto dal suddetto Mons. Vicario senza pregiudizio di alcuna delle parti, che il suddetto Capitolo dovesse andare per il suddetto corpo ed inalberare la croce e questo condurre alla Piazza di nostra chiesa, passando detto Capitolo, senza entrare in chiesa, ma all’arrivo della suddetta loro croce dovesse la nostra inalberata uscire fuori con il Padre, nostro confessore, e ricevere, il suddetto corpo, e al che si ubbidì senza pregiudizio nostro, che così seguì a ore 2 di notte e gli fu cantato l’esequie da sudd.to Padre frà Benigno di Firenze nostro confessore presente straordinario e dagli altri nostri padri di Ognissanti, che dalla casa e parenti del suddetto morto furono chiamati ad accompagnare il suddetto corpo, e li si diede sepoltura, nel mezzo di chiesa dove è un marmo grande, e un chiusino dell’istesso marmo. Soggiungendo, che il suddetto morto fu accompagnato da curato, del suo popolo il quale entrò in chiesa nostra pigliando le sue cere che li vi appartenevano, et a noi solo ci tocco numero 3 torce, così consegnandoci il becchino, non essendo noi di tal materia informate nota come la casa del defunto mandò sei fiaccole, di libbra per porsi all’altare nostro Maggiore, e fiaccole sei di mezza libbra per porsi attorno al corpo, le suddette tutte si accesero nel modo suddetto e le suddette fiaccole sei di libbra di Ordine della Monaca Nostra Ministra, furono date alla Madre sacrestana, e le altre sei di mezza libbra con le tre torce restarono la convento per uso. La decisione della suddetta differenza e controversia tra la chiesa e Capitolo di San Lorenzo e chiesa e nostra Religione il suddetto Mons. Illustr.mo Rev.do Vicario, si riservò di deciderla in altro giorno sentite le parti.( p.216)

9 agosto 1687: sepoltura di Pietro Salvini

Vengono descritte le stesse modalità seguite per la sepoltura di Giuseppe Ammannati

Addì 9 agosto 1687 Ricordo come il suddetto giorno passa a miglior vita Pietro Salvini nostro fattore ……………………………………………………………………. ……………….

e fu sotterrato in detta nostra chiesa, nella sepoltura nel mezzo di Chiesa dove e un marmo grande e un chiusino del medesimo marmo.

12 agosto 1728: funerali del Rev.do Sig. Silvestro Coriani, procuratore del Monastero. Della sua sepoltura vengono indicate le modalità, che sono le stesse che nei casi precedenti, ma non il luogo esatto.

3°) Le sepolture della famiglia del Giocondo alla SS.Annunziata

Per quanto riguarda la cappella dietro l’altare principale all’interno della Basilica della Santissima Annunziata essa appartenne alla famiglia del Giocondo fino al 1723, anno in cui passò a quella degli Anforti, che la restaurò nel 1727, come indica l’iscrizione “OLIM FAMILIA JUCUNDI NUNC DE ANFORTIS” riportata sulla lastra tombale con chiusino posta sul pavimento della cappella.

Le notizie relative al periodo precedente tale passaggio sono riportate nel Sepoltuario Fiorentino di Stefano Rosselli, del 1657, in esso la cappella viene così descritta: Cappella della famiglia del Giocondo con suo monumento intitolato nei Martiri. La condusse Francesco di Bartolomeo del Giocondo per se e i suoi discendenti ad onore di Dio e di Maria Vergine sotto nome della quale è eretta, e di S. Francesco d’Assisi l’anno......

Rosselli riporta sul manoscritto anche il disegno dello stemma collocato all’interno della cappella, rimosso dagli Anforti al momento del restauro

Conclusioni

I rapporti che intercorrono tra la famiglia del Giocondo e il monastero delle Francescane del Terzo Ordine di Sant’Orsola iniziano nel 1515 con l’ingresso in monastero della figlia Marietta del Giocondo. Nella stessa data ha inizio la realizzazione della nuova chiesa interna, dei locali della sagrestia e della cappella del presepe, hanno inizio nel 1514 e si concludono nel 1520; Francesco del Giocondo contribuisce agli interventi di ampliamento del complesso monastico con l’elargizione di circa 70 fiorini.

La figlia Marietta, che in monastero prenderà il nome di Suor Ludovica, dopo gli anni di noviziato diventa monaca da coro, trascorrendo la sua vita all’interno di Sant’Orsola fino al 9 Aprile del 1579, data della sua morte. In assenza di documenti riguardanti gli ultimi anni di vita della Lisa Gherardini all’interno del monastero, si ritiene verosimile che prima della morte vi abbia trascorso un periodo in cui viene accudita dalla figlia Marietta e che, in seguito al decesso, avvenuto il 15 luglio del 1542, la sua sepoltura sia avvenuta all’interno della Chiesa.

In conclusione, le sepolture qui documentate ci indicano l’esistenza di uno spazio ipogeo posto al centro della chiesa come luogo probabile della sepoltura della Lisa Gherardini e attualmente individuabile nella sala rettangolare lungo via di Sant’Orsola.

Presidente Comitato e Responsabile progetto di ricerca: dott. Silvano Vinceti.
Ricerca e redazione a cura di Stefania Romano con la collaborazione di Gianfranco Romandetti


RISULTATI GEORADAR RICERCA RESTI MORTALI Lisa Gherardini detta – Monna Lisa-

I risultati degli esami del geo-radar eseguiti nel Convento di S.Orsola confermano la presenza di una probabile cripta nella chiesa di S.Orsola adibita alle sepolture esterne. Anche nei due chiostri adiacenti alla chiesa sono state rilevate zone dove potrebbero esservi sepolture.

Mercoledì 11 maggio dalle ore 10.30 avranno inizio gli scavi per il recupero dei resti mortali di Lisa Gherardini, da molti considerata la modella della Gioconda di Leonardo da Vinci.

Si sono concluse le elaborazioni degli esami compiuti con l’ausilio del geo-radar del sottosuolo della Chiesa di S. Orsola e dei due chiostri adiacenti alla chiesa interna delle monache del Convento di S. Orsola. Per quanto concerne il sottosuolo della chiesa di S. Orsola, che secondo alcuni documenti storici inediti -raccolti dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali- era adibita a sepolture di persone laiche e non appartenenti all’ordine monacale, il risultato definitivo dell’esame evidenzia la probabile presenza di una cripta adibita alle sepolture nonché di probabili sepolture collocate sotto il pavimento della chiesa.

Anche nei due chiostri, quello grande e quello piccolo, adiacenti alla chiesa di S. Orsola, i risultati definitivi dell’esame compiuto con il geo-radar hanno evidenziato alcune zone che possono celare resti mortali umani e che saranno oggetto di scavo.

Silvano Vinceti, presidente del Comitato e responsabile della ricerca, ha dichiarato: “i risultati a nostra disposizione grazie all’esame del sottosuolo della chiesa di S. Orsola nonché quello dei due chiostri sono molto importanti. Pur se si tratta di previsioni, considerando che solo gli scavi ci diranno concretamente che cosa vi sia o non vi sia sottoterra, viene confermata la probabile presenza di una cripta e di alcune sepolture al di sotto del pavimento dove pertanto speriamo di trovare i resti mortali di Monna Lisa. Non possiamo scartare la possibilità che anche in uno dei due chiostri vi possano essere sepolture fra le quali potrebbe trovarsi quella di Lisa Gherardini. Mercoledì 11 maggio, sotto la direzione della sopraintendenza archeologica di Firenze, inizieremo gli scavi veri e propri e quella sarà la prova del fuoco..”.

Anche questa seconda fase della ricerca verrà seguita dai principali mass-media nazionali e internazionali. Oltre a quelli già presenti durante la fase del geo-radar si sono aggiunti altri importanti mass-media francesi, americani, russi e di altre nazionalità

Responsabile Progetto di Ricerca: dott. Silvano Vinceti
Ricerca storiografica e redazione a cura di Stefania Romano.
Ricerca archivistica famiglia Del Giocondo a cura di Gianfranco Romandetti