Ricerche antropologiche Convab

Ricerche antropologiche Convab
Sant'Orsola. Firenze. Foto di Enzo Russo
Visualizzazione post con etichetta Responsabile Progetto di Ricerca Silvano Vinceti. Bibliografia a cura di Stefania Romano. Mostra tutti i post
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martedì 27 dicembre 2011

Progetto di ricerca: studio sui resti e sul luogo di sepoltura di Lisa Gherardini del Giocondo

Alla ricerca della tomba e dei resti di Monna Lisa

Premessa
Vi sono personaggi che nel loro passaggio sulla scena del mondo hanno lasciato testimonianze indelebili e hanno contribuito in modo speciale a scrivere la storia dell’umanità. La loro memoria continua a vivere nell’opera della loro arte e del loro ingegno, nei contributi di conoscenza che ci hanno lasciato o nel ricordo delle loro gesta. Riscoprire di questi personaggi, oltre che il valore e il significato delle opere e delle imprese, anche le vicende umane ed esistenziali che ne hanno caratterizzato la vita, può rappresentare un contributo significativo per una conoscenza più autentica, oltre che dei personaggi stessi, anche del contesto storico in cui vissero.

Quando poi, aspetti della vita di questi personaggi, e sovente anche della morte, o le sorti dei loro resti, restano ancora oggi avvolti nel mistero, le ricerche che su di essi si possono condurre acquistano il fascino intrigante dell’indagine investigativa che, sulla base di esili indizi e labili tracce cerca di far luce sugli aspetti oscuri della loro storia. Si tratta, in generale, di studi multidisciplinari che uniscono alla ricerca minuziosa delle fonti archivistiche e documentali, l’indagine su reperti e tracce attraverso le sofisticate tecnologie proprie dell’investigazione archeologica e forense. Si vengono così a comporre in un unico quadro e a validarsi reciprocamente le informazioni storiografiche, o gli indizi tramandati dalle fonti biografiche del personaggio in esame, con i risultati delle analisi scientifiche che si possono eseguire sui resti umani del personaggio stesso.

I resti scheletrici costituiscono infatti un vero e proprio archivio di informazioni che può consentire di ricostruire molti caratteri biologici e somatici di un individuo vissuto nel passato, di riprodurne le sembianze, di evidenziarne eventuali tratti fisici particolari o i segni di malattie di cui ha sofferto o di traumi subiti nel corso della vita, fino anche a rivelarne la causa di morte. Allo stesso tempo, i resti di un individuo possono fornirci informazioni sulle sue abitudini di vita, sull’alimentazione, sul tipo di attività fisica svolta. Inoltre, nelle ossa, in funzione della loro antichità e del loro stato di conservazione, possono rimanere tracce di DNA attraverso le quali è possibile, da un lato, ricostruire il profilo genetico individuale e, attraverso opportuni confronti, giungere alla identificazione genetica dei resti, dall’altro, rivelare tratti sconosciuti dell’aspetto o della vita del personaggio in esame. .

Le metodologie d’indagine sempre più sofisticate e sensibili che il progresso scientifico e tecnologico mette a disposizione, rendono oggi possibile la lettura e la raccolta di informazioni contenute nelle ossa, in quantità e ad un livello di attendibilità che, nel passato, anche recente, non erano quasi neppure pensabili. Ciò significa anche che, allo stato attuale, lo studio dei resti di personaggi vissuti nel passato, potendosi avvalere di strumenti scientifici e tecnologici molto più avanzati ed efficaci, può conseguire risultati assai più consistenti ed affidabili e raggiungere con successo obiettivi falliti in precedenti ricognizioni e indagini sugli stessi resti.

In questo contesto rientrano le investigazioni condotte con successo dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, e che hanno portato, tra l’altro, alla identificazione dei resti di Matteo Maria Boiardo, alla ricostruzione del volto di Dante Alighieri, allo studio delle spoglie di Pico della Mirandola e Angelo Poliziano nonché, recentemente, alla individuazione di alcuni reperti scheletrici attribuibili al Caravaggio.

Documenti storici a fondamento della ricerca
Negli ultimi anni sono emersi alcuni importanti documenti storici inerenti a Lisa Gherardini del Giocondo. Per anni si era dubitato che si trattasse di una persona veramente esistita. Oggi si dispone del certificato di nascita recuperato presso l’Archivio di stato di Firenze. Lisa Gherardini nacque a Firenze, in via Maggio, nel 1479. Un altro elemento importante riguarda il testamento di Francesco del Giocondo, marito di Monna Lisa. Nel testamento, oltre a lasciare tutti i beni materiali e immateriali alla moglie che appella “mulier ingenua”, Francesco indica come luogo idoneo ad accogliere gli ultimi giorni della vita della moglie il Convento di S. Orsola. Viveva nel medesimo convento la figlia Marietta che prese il nome di Suor Ludovica e che accudì la vecchia madre durante gli ultimi mesi della sua vita. Fondamentale, per dare forza e certezza all’avvenuta sepoltura della Gherardini nel convento di S. Orsola, è il documento del decesso e dell’atto di inumazione scoperto dallo storico Giuseppe Pallanti: “ Monna Lisa donna fu di Francesco del Giocondo, morì addì 15 di luglio 1542, sotterossi in Sant, Orsola, tolse tutto il capitolo”.

Un ulteriore documento fondamentale riguarda il ritrovamento di un fregio della famiglia Gherardini che potrebbe provenire dal Convento medesimo. Occorre ricordare che all’interno di tale struttura vi furono sepolture di alcuni laici benefattori della congregazione di Sant’Orsola. Sappiamo con certezza, attraverso alcuni documenti storici, che la famiglia del Giocondo, ricco setaiolo fiorentino, fece varie donazioni al convento medesimo.

Altro particolare di natura storico-biografica, riguarda il ritrovamento di scritti autentici attestanti che Leonardo ebbe dimora, fra il 1501 e il 1503, presso l’ordine dei Servi di Maria Santissima Annunziata. In quella chiesa, nel 1525-1526, Francesco del Giocondo fece erigere la cappella di famiglia. La stessa Lisa Ghirardini andava spesso a pregare nella chiesa medesima nel cui convento Leonardo dimorava a pagamento.

Occorre poi ricordare quanto scritto dal Vasari nella storia degli artisti e architetti fiorentini. Il Vasari asserisce che nel 1503 Francesco del Giocondo commissionò a Leonardo il ritratto della moglie che attendeva il secondo figlio. Si tratta di affermazioni che sono state contestate da molti storici dell’arte e che non trovano un riscontro certo e sicuro. Sappiamo anche che il padre di Leonardo, Ser Piero, nel periodo di presenza del grande genio nella città fiorentina, era il primo Notaio di Firenze e Francesco del Giocondo era suo cliente. Non vi sono tuttavia documenti che avvalorino la tesi per la quale Ser Piero abbia proposto il figlio pittore al ricco setaiolo.

In conclusione, sulla base di quanto sopra esposto, possiamo asserire che l’insieme dei documenti autentici ritrovati, uniti a ciò che conosciamo riguardo Lisa Gherardini del Giocondo, giustificano questa ricerca e la rendono poggiante su buoni fondamenti storici.

Obiettivi della ricerca scientifica